Esploriamo il mondo dell'arancia italiana, un vero tesoro agricolo che unisce qualità e sostenibilità. Scopriamo come questo frutto simbolo della biodiversità e del gusto italiano si distingue nel panorama globale.
La ricchezza del panorama agrumicolo italiano
Nel panorama agricolo mondiale, l'Italia si distingue per la sua produzione di agrumi che, pur rappresentando soltanto il 3% del mercato globale, brilla per la sua straordinaria biodiversità. Oltre 20 diverse varietà di arance trovano terreno fertile in particolare nelle regioni della Sicilia e della Calabria, facendo della diversità un punto di forza dell'economia agricola nazionale.
Parlando in termini di produzione, le arance occupano una fetta significativa dell'agricoltura italiana, costituiscono circa il 60% della produzione agrumicola italiana, che si aggira intorno ai 3 milioni di tonnellate l'anno, occupando un'estensione di oltre 140.000 ettari. Sono seguite nell'ordine di importanza da clementine e limoni.
Versatilità e gusto: le principali varietà di arance in Italia
Tra le varietà di arance, il Tarocco Comune emerge come leader, coprendo il 42,5% delle superfici coltivate. Seguono la Navelina, il Tarocco Giallo, il Moro e il Sanguinello. Ognuna di queste varietà, con le sue distinte caratteristiche organolettiche, gioca un ruolo vitale non solo nell'economia agricola nazionale ma anche nei mercati di esportazione.
Il Tarocco Comune, protagonista della coltivazione delle arance in Italia, è particolarmente diffuso in Sicilia. La stagione di raccolta si estende da fine dicembre a marzo, con un picco nei mesi di gennaio e febbraio. Una volta terminata la raccolta nazionale, le arance del Sud Africa prendono il posto nel mercato da maggio a luglio. La polpa succosa e aromatica del Tarocco Comune lo rende un frutto versatile, adatto sia al consumo fresco che alla trasformazione in succhi e marmellate. Le sue principali caratteristiche sono la buccia sottile e liscia e soprattutto le striature rosse, che compaiono tipicamente ad inverno inoltrato in seguito agli stress da freddo, andandone ad incrementare il contenuto di antiossidanti.
Segue la Navelina, che si distingue per il suo caratteristico "ombelico", derivante da una mutazione che dà vita ad una seconda arancia che cresce come un gemello nel lato opposto al picciolo. Questa varietà viene raccolta già a partire da novembre, sia in Italia che in Spagna, e rimane sul mercato fino a marzo, per poi lasciare spazio alle importazioni dal Sud Africa. La Navelina è apprezzata per il suo sapore dolce, la polpa soda e l’assenza di semi, perfetta per le spremute.
Il Tarocco Giallo, con una presenza meno estesa ma non meno significativa, è conosciuto per il suo gusto più delicato rispetto al tarocco comune e dalle striature rosse meno evidenti. Questo tipo di arancia, tipico della tarda stagione, matura tra dicembre e febbraio e si distingue per la sua versatilità in cucina, perfetto sia per i dolci che per i piatti salati come l’insalata di arance siciliana.
Il Moro, noto per la sua distintiva polpa rosso scuro e i sapori intensi, è un'altra tra le varietà più diffuse. La raccolta, che si estende da dicembre a maggio in Italia, avviene principalmente in Calabria e Spagna. Il Moro è particolarmente apprezzato nei succhi grazie al suo colore e il sapore ricco, oltre che in insalate e dessert per la sua capacità di aggiungere un tocco di colore alle varie ricette in cui viene impiegato.
Infine, il Sanguinello è rinomato per la sua buccia consistente, la polpa rossa, dolce e profumata, i frutti raggiungono il picco di maturazione a partire dalla metà di gennaio per poi essere disponibili fino a maggio. Questa varietà grazie alla sua succosità è ideale per spremute, cocktail, gelati e sorbetti.
Il prodotto nazionale come garanzia di qualità
Nonostante la ricchezza e la varietà delle produzioni nazionali, la stagionalità della raccolta delle arance impone un'intensa dinamica tra la produzione interna e l'importazione dall'estero. Per garantire una disponibilità continua di arance durante tutto l'anno, l'Italia si affida infatti a paesi esteri come Spagna, Egitto, Sud Africa e Argentina.
Tuttavia, le tecniche che permettono di conservare e trasportare i frutti per lunghi tragitti influiscono sulle differenti emissioni di carbonio nell’atmosfera, a seconda della lunghezza dei trasporti o dei lunghi periodi di refrigerazione e giocano un ruolo cruciale nel determinare la qualità del prodotto.
Le arance italiane destinate al consumo nazionale, che spesso sono raccolte vicino o alla piena maturazione, in gran parte non necessitano di trattamenti post-raccolta come lo sverdimento, una pratica invece molto comune sui frutti raccolti acerbi in quanto destinati a lunghi viaggi.
I frutti sottoposti a questo processo sono esposti all’etilene, un gas naturale che viene anche prodotto da molti frutti (il più tipico è la mela) al fine di eliminare il colore verde dei frutti acerbi e migliorare l’appetibilità estetica del prodotto; questo processo, tuttavia, non influisce sulla maturazione fisiologica e quindi su gusto e aromi.
Mentre l'importazione garantisce la disponibilità di arance sul mercato durante tutto l’anno, il consumo di agrumi nazionali rappresenta la scelta migliore per garantire un prodotto sostenibile e dalle migliori caratteristiche sensoriali.